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Storia della Arti Marziali Russe

Questo sistema di combattimento affonda le sue radici nei servizi speciali dell'ex URSS quali KGB (ora FSB), GRU, Squadre di Assalto Aereo e nelle tradizioni culturali degli antichi popoli slavi. Molti aspetti di questo stile di combattimento sono ancora segreto di stato. L'Arte Marziale Russa è considerata un'arma efficace e all'avanguardia che, a differenza di quelle ordinarie, è difficile da perdere. Nel 1923, dopo la disgregazione dell'esercito dell'unione sovietica, scoppiò la guerra dei partigiani, che dovevano neutralizzare la retroguardia nemica. Sia i partigiani chi gli uomini del NKVD (KGB) avevano bisogno di un metodo di combattimento che gli permettesse di fronteggiare i loro avversari. Nacque così, grazie alla società Dinamo, il primo club di combattimento corpo a corpo sotto la guida di Victor Spiridonov, che aveva acquisito le sue conoscenze nell'esercito zarista: le tecniche dei Plastun (Cosacchi), che potevano muoversi su qualsiasi terreno senza produrre rumore e catturare prigionieri nelle condizioni più avverse. A lui si unirono Vladimir Aschepkov e Anatoly Kharlampiev allo scopo di riorganizzare il sistema di combattimento corpo a corpo militare. Tale sistema si basava sulla lotta disarmata chiamata Sambo e diventò un'arma micidiale nelle mani degli uomini dei Servizi Speciali. Durante la seconda guerra mondiale fu creata una brigata motorizzata per le missioni speciali, composta da maestri di lotta, boxe, tiro, sci, ecc., che vennero addestrati in modo specifico per fini bellici. Nel 1942 venne creato lo SMERSH (morte alle spie) per combattere contro gli invasori tedeschi e furono organizzati gruppi speciali per catturare prigionieri. Nel 1959 fu costituito un distaccamento speciale nel GRU (direttiva speciale di intelligence del personale dell'esercito russo). Nel 1979 vennero creati i reparti speciali GROM e ZENIT, predecessori del famoso ALFA. Il 1986 fu l'anno della rinascita del sistema militare di arti marziali. Nacque la scuola guidata da Alexey Kadochnikov. Furono compiute ricerche nel campo della biomeccanica, cinematica e bioenergetica. Il systema è basato sul principio di massimo sforzo – conservazione: l'algoritmo di analisi della situazione si forma in un livello mentale subcosciente, ugualmente alla previsione e scoperta della soluzione ottimale del problema. Colui che domina questo sistema marziale può percepire una minaccia non visibile e colpire un avversario senza necessariamente arrivare al contatto fisico. Nel 1994 i reparti speciali del GRU e del FSB iniziarono ad utilizzare questo innovativo sistema.


Scuola

La scuola di arti marziali russe Sibirskiy Vjun è stata fondata da Dmitriy Skogorev nel 1988 a Novosibirsk (Siberia, Russia). Gli attuali metodi di allenamento sono stati approvati dell'Amministrazione del Servizio Federale del Tesoro e della Polizia Tributaria di Mosca, dall'Amministrazione del Servizio Federale del Tesoro e della Polizia Tributaria di Novosibirsk e dalla Scuola Secondaria Speciale della Milizia di Novosibirsk, dipendente dal Ministero degli Interni. Il Systema Russo di Arti Marziali è diviso in diversi ambiti: militare (esercito, polizia) e difesa personale ordinaria (per la popolazione civile). I metodi della scuola permettono agli istruttori di insegnare ai propri allievi le basi della lotta russa corpo a corpo, in tempi relativamente brevi. L'interesse per le arti marziali russe si deve alla semplicità con cui vengono spiegati i concetti che regolano il combattimento. Il nucleo di conoscenze (systema) consente di acquisire i fondamentali del combattimento disarmato ed armato, oltre all'abilità di combattere in uno spazio limitato contro vari avversari armati, anche utilizzando elementi psico-energetici. Seguendo questa metodologia, gli studenti diventano capaci di salvare le proprie e le altrui vite in situazioni estreme. Questa metodica si esprime seguendo questi tre concetti fondamentali: 1.L’assenza di tecniche specifiche in risposta ad azioni specifiche (ci sono solo movimenti fondamentali basati su leggi naturali); 2.La mancanza di dipendenza dalla forza fisica (è la capacità di percepire la forza degli altri e di manipolarla); 3.Adattamento alla situazione (in continua evoluzione nel tempo e nello spazio). L'assenza di tecniche specifiche si esprime nella capacità, una volta appreso il nucleo di concetti base, di realizzare molteplici varianti di una difesa. La mancanza di dipendenza dalla forza, significa che non si opporrà la propria forza all'attacco, cercando di arrestarlo, ma si utilizzerà l'inerzia del movimento, accelerandolo per scomporre la struttura dell'avversario. Adattarsi alla situazione significa che ad azioni simili corrisponderanno reazioni diverse, perchè la situazione è sempre diversa. Il praticante avrà una notevole adattabilità alle più diverse situazioni in termini di spazio e di tempo. L'apprendimento di queste conoscenze permette al praticante di agire nel modo corretto in qualunque situazione. Impara a controllare la propria aggressività ed attraverso questo dominio delle emozioni riesce a vivere con il giusto distacco anche situazioni molto stressanti, arrivando a realizzare il comportamento più adatto a risolvere ogni conflitto o pericolo. Utilizzando spostamenti e tecniche di combattimento finalizzati ad assorbire gli attacchi, per poi restituirli, si distruggono i movimenti e le intenzioni dell'avversario. La scuola Sibirskiy Vjun studia l'uomo ed il combattimento su tutti i suoi piani: fisico, mentale e spirituale, per poter attuare la strategia più utile al superamento della situazione e non quella più desiderata dall'ego e dall'orgoglio del praticante. Il combattimento avviene in uno stato di coscienza diverso da quello abituale, in cui le percezioni sono ampliate, se si riesce a tenere il giusto distacco emotivo. Le arti marziali russe della scuola Sibirskiy Vjun, puntano proprio al raggiungimento di questo stato particolare di coscienza, in cui quasi tutto diventa realizzabile. Le discipline che vengono studiate sono: Acrobatica (movimenti a terra, parcour militare), biomeccanica (studio della meccanica applicata al corpo umano), psicofisica e bioenergetica (studio della relazione tra fenomeni psicologici, fisici, fisiologici ed energetici), combattimento con colpi (pugni, calci, gomitate, ginocchiate, ecc.), combattimento con armi (colpi o minacce con bastone, coltello, sciabola, pistola, fucile) lotta (proiezioni, leve, soffocamenti, difese da prese, in piedi ed a terra). Tutto il lavoro è rivolto ad un miglioramento sia delle capacità motorie, che di quelle psichiche. L'aumento e l'ampliamento delle capacità percettive è uno dei risultati più importanti dell'addestramento nella Sibirskiy Vjun. Ci si allena a percepire una minaccia od un'intenzione ostile, anche senza l'uso dei normali sensi deputati a tale funzione (vista e udito) ma senplicemente con la propria sensibilità. Il praticante esperto di Systema della Scuola Sibirskiy Vjun, è un combattente efficace e tranquillo, fugace rispetto alle tecniche dell'avversario, quasi come se scomparisse continuamente durante lo scontro.


Emblema della scuola

L'emblema della Sibirskiy Vjun è l'insieme dei seguenti elementi: uno scudo, una lancia, due asce, il ramo di una pianta inebriante e un nastro con la scritta "Sibirskiy Vjun" in cirillico.
La figura centrale è lo scudo militare russo, con un numero preciso di chiodi intorno al bordo. Lo scudo rappresenta la fede e può essere visto come un'immagine stilizzata della croce ortodossa. La croce è un'antica figura pre-cristiana, associata al simbolo sacro dell'agricoltura: è l'intersezione di due direzioni opposte (inverno/estate, notte/giorno, verità/menzogna, bianco/nero).
Dietro la croce c'è un quadrilatero, che simboleggia la terra agraria della Russia. Le linee che lo dividono indicano la connessione spirituale con il mondo superiore.
Sulla croce c'è un frammento di luppolo che copre in modo uniforme tutta la figura ed è una caratteristica fondamentale di questa immagine. Ognuna delle tre "gemme" di luppolo è in una direzione della croce: in alto, a sinistra e a destra. Il luppolo è una pianta rampicante che riempie lo spazio vuoto, creando una spirale verso l'alto, da un piano all'altro. Questa pianta è ricca di simbologia: è flessibile e si estende nello spazio alla ricerca di un sostegno che promuova la crescita; è difficile da rompere proprio perché flessibile; è considerata una pianta spirituale, in grado di unire l'uomo al mondo degli spiriti.
Dietro lo scudo ci sono due tipi di armi che formano un insieme di tre: due asce e una lancia. La lancia punta verso l'alto e rappresenta il destino. Le due asce incrociate significano unione, indicando l'equilibrio che deriva dalla complementarità degli opposti. Questo è il simbolo vedico del dio Perun che, nell'antica Russia, era considerato il dio supremo degli slavi. L'ascia è un antico simbolo che è stato associato sia alla guerra sia alla fertilità.
Il numero tre è visibilmente ripetuto nella figura e rappresenta la trinità (Triglav). In Ortodossia, la trinità esprime la pienezza di Dio e, nella cultura vedica, tre è il carattere di ordine mondiale (Troyan è stato il sovrano di Tav, Prav e Nav).
3+3 = 6, che in geometria sacra rappresenta la vite, la spirale in chiusura (forza centripeta), che consente di raccogliere energia dall'esterno e orientarla verso l'interno.
3+3+3 = 9, numero che simboleggia una spirale in apertura (forza centrifuga), che ha la capacità di versare energia dall'interno verso il mondo esterno. I numeri 6 e 9 insieme indicano l'interazione degli opposti, l'equilibrio.
I colori dell'emblema hanno anch'essi un significato preciso: il verde è la percezione, il giallo è l'intuizione, il nero la persistenza ed il bianco la purezza.
La parte inferiore dello scudo è circondata dal nastro che riporta in russo il nome della scuola "Sibirskiy Vjun", ispirato alla regione d'origine (la Siberia) ed alla sopra citata pianta (Vjun).